Siamo programmati ad accumulare grasso.
La distribuzione del grasso corporeo è sotto il controllo del DNA, delle nostre abitudini quotidiane e dagli ormoni sessuali.
Il grasso non è uguale in tutto il corpo e esplica diverse funzioni.
Possiamo infatti distinguere:
il grasso superficiale e sottocutaneo, visibile a livello estetico
il grasso profondo, situato all’interno della cavità viscerale e altamente attivo, in grado cioè di secernere molecole infiammatorie.
In genere, gli uomini tendono ad accumulare grasso nella parte superiore del corpo (nuca, guance, spalle e parte alta dell’addome) conformazione detta “mela “o meglio Androide, mentre nella donna, si ha la tipica conformazione a “pera” o Ginoide che vede localizzato il grasso su fianchi e cosce.
C’è da ricordare che quando le donne raggiungono la menopausa e diminuiscono gli estrogeni, i grassi migrano da queste zone alla pancia ed è per questo che molte donne notano un aumento insolito della circonferenza ombelicale.
Nell’Obesità viscerale o androide, il tessuto grasso è insulino resistente, per cui risponde poco all’attività dell’insulina ed è in grado invece di rilasciare molto bene in circolo acidi grassi liberi.
Ciò determina:
-l’aumento della sintesi di trigliceridi e colesterolo VLDL (Very Low Density Lipoprotein)
- induce a livello muscolare un insulino resistenza e ridotta utilizzazione del glicogeno,
- induce una condizione di iperinsulinemia che contribuisce alla localizzazione centrale dell’obesità,
inoltre è stato dimostrato che questo tipo di grasso viscerale determina la produzione di citochine, molecole pro infiammatorie. Si generano così le condizioni per il possibile sviluppo del diabete mellito tipo 2, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica e tumori.
Come precedentemente accennato, lo stile di vita è uno dei fattori chiave.
La perdita di peso, un’alimentazione adeguata e il movimento fisico possono aiutare nella riduzione del grasso viscerale.
L’attività fisica permette infatti la modulazione dei recettori adiposi mentre la dieta alimentare aiuta a controllare i picchi glicemici.
Ricordo tra le raccomandazioni:
Consumare le verdure ad ogni pasto, ricche in fibre e Sali minerali
Ridurre l’assunzione di alimenti altamente zuccherini e industriali,
Controllare il carico glicemico del pasto grazie alla presenza combinata di proteine di buona qualità, grassi vegetali e carboidrati possibilmente integrali o a basso indice glicemico
Limitare il consumo di dolci
Moderare fortemente il consumo di alcol
Cercare il più possibile di muoversi
Dott.ssa Rosati Francesca Biologo Nutrizionista
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